In linea generale una grandezza ha significato in fisica se per essa è stato definito un metodo di misura ed è stata
assegnata una unità di misura o campione.
Questa definizione è quella che va sotto il nome di definizione operativa delle grandezze fisiche.
Per dare significato ad una grandezza fisica si deve scegliere un campione e si devono stabilire i
criteri per confrontare il campione con la grandezza che si vuole misurare.
Per eseguire misure di lunghezza, per esempio quella di un segmento AB bisogna scegliere il campione: possiamo prendere il segmento C. bisogna specificare il metodo di misura: riportare il campione C a partire dal punto iniziale
A, determinare quante volte il campione, ed i suoi sottomultipli, sono contenuti nel
segmento AB.
Il risultato della misura sarà dunque: d = 3.6 Campioni
Sempre il risultato di una misura sarà formato da un numero (3.6 nel nostro caso) e una unità di
misura (Campioni nel nostro caso).
La misura di una lunghezza in Fisica corrisponde alla stessa operazione che si fa in geometria per
misurare la distanza tra i due estremi di un segmento rettilineo, operazione che abbiamo descritto in
un esempio precedente. Per completare la definizione della lunghezza come grandezza fisica
occorre fissare l'unità di misura o il campione. Nel Sistema Internazionale il campione di
lunghezza è il metro.
Vediamo come nel corso degli anni questa unità di misura si è evoluta.
Come sappiamo la prima definizione di metro è data dalla misura sul meridiano; se la lunghezza del meridiano terrestre è 40 000 000 m, allora il raggio terrestre sarà:
Successivamente, nel 1961, si è deciso che 1 650 763,73 lunghezze
d'onda del 86Kr (Kripto) costituiscono un metro.
Infine, dal 1983 ai giorni nostri, il metro campione viene definito come la
distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un tempo pari a 1/299 792 458 s.
Bibliografia: Lezioni di fisica generale, Giorgio Pietro Maggi, Politecnico di Bari, 2013.
Nessun commento:
Posta un commento